Le bellezze del territorio
Una guida completa della Val Comino è disponibile presso il nostro Concierge, presto anche all’interno di ogni suite direttamente sui computer Apple.
È possibile visitare sia le Bellezze paesistiche sia monumentali, e apprezzare la fauna e flora oltre che le tradizioni popolari.
Il seguente è solo un breve elenco di possibilità per impiegare al meglio il vostro tempo libero in questo luogo storico.
Esplorando i monumenti del borgo di Picinisco e dei suoi dintorni:
Si parte naturalmente da una passeggiata nel centro storico di Picinisco per le strade medioevali seguendo i percorsi stabiliti sin da 1000 anni fa, ammirando gli edifici costruiti nei secoli XIII e XIX sec:
- Chiesa di San Lorenzo, costruita nel 1305 d.C. ma più volte ampliata e restaurata, all’interno vanta un organo a canne del Catarinozzi. Di grande interesse è il campanile dell’XI secolo, che probabilmente era una torre di avvistamento militare;
- il Castello ha quattro torri, la più antica chiamata “Torretta” risale all’XI secolo d.C. era inglobata all’interno di un’altra torre più grande costruita nel XV sec., ed è emersa durante i bombardamenti alleati nel 1944;
- Chiesa di San Rocco, del ‘800, sita nella piazza Ernesto Capocci;
- la Chiesa di Santa Maria, sita in adiacenza del cimitero, risalente all’XI sec., edificata su resti romani, con all’interno un affresco del XIV sec.;
- il ponte romano, presso il sentiero di Ponte Le Branche;
- le fontane di fonte Scopella, fonte degli Schiavoni, fonte di Santa Maria;
- tutte le frazioni montane come Fontitune, Valleporcina, Casale, Liscia e quelle che si sono sviluppate intorno a chiesette come San Gennaro, San Giuseppe, Le Serre, San Pietro – Colleposta.
Bellezze paesistiche da visitare:
- Grottacampanaro, diga costruita negli anni 50 che crea il lago artificiale, sono presenti ancora i resti dei binari che collegavano con Val Canneto, oltre che la grotta omonima;
- Prati di Mezzo, approdo naturale per la visita del Parco Nazionale, campo base per molti percorsi naturalistici.
Produzione enogastronomiche:
Da non perdere la visita alle case dei pastori e alle aziende agricole, per ritornare magicamente indietro nel tempo, osservando la produzione di formaggi e ricotte con metodi tradizionali.
Nelle vicinanze di Picinisco ci sono varie Aziende Vinicole e Frantoi, interessanti da visitare.
Monumenti presenti in altri paesi della valle:
- ad Atina: il Palazzo Comunale, il Museo Archeologico e Palazzo Visocchi;
- ad Alvito: il Palazzo Ducale e le Chiese di Santa Teresa e San Simeone (XVII sec.);
- a San Donato in Val Comino: il borgo antico, le chiese di Santa Maria e San Marcello (XVII secolo d.C.), il Santuario di San Donato (VIII sec.);
- a Settefrati: la chiesa di Santo Stefano (X sec.), la Chiesa della Madonna delle Grazie (XVII sec.);
- a Canneto – scenario naturale della Val Canneto, in cui scorre il fiume Melfa, il Santuario della Madonna di Canneto (prime notizie 1707);
- a Campoli Appennino: La Torre medievale (XI sec.);
- a San Biagio Saracinisco: la Chiesa di San Biagio (XII sec.).
Luoghi di interesse turistico nelle vicinanze:
- a Vallerotonda: la Chiesa di Santa Maria Assunta (XIV sec.);
- a Cassino: il Monastero di Montecassino;
- il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Val Comino
La Valle di Comino si presenta come un’ampia conca a losanga ed ha un’estensione di 244 km² in buona parte circondata da monti, tra cui a sud est di Picinisco si innalza uno dei monti più alti – il monte Meta (2241 ms.l.m.).
Come una valle montana, la Val Comino è grande e fertile, ha circa 25.000 abitanti. Proprio per la sua fertilità ha subìto, nel corso degli anni, una lunga serie di invasioni: Greci, Sanniti, Romani, Saraceni, Normanni, Longobardi, Francesi, Austriaci, Spagnoli oltre ai Papi che qui hanno soggiornato e lasciato il loro segno.
Nella Valle di Comino, durante il medioevo erano edificati una serie di castelli che oggi coincidono agli attuali paesi di: Alvito, Atina, Villa Latina, San Biagio Saracinisco, Settefrati, Gallinaro, Picinisco, San Donato Valcomino, Vicalvi, Casalvieri, Casalattico e Broccostella. A questi paesi si aggiungono poi quelli che per tradizione sono legati alla Valle di Comino come: Terelle, Belmonte Castello, Posta Fibreno, Fontechiari, Pescosolido e Campoli Appennino.
Delle sedici città della Valle, Atina è il paese che ha la storia più antica. Essa è una delle cinque mitiche città di Mercurio, ancor prima di Roma. Deve la sua potenza storica alla sua posizione, che domina l’ingresso meridionale della valle che conduce alla pianura di Cassino.
Storicamente questo non era un territorio ricco, la sua ricchezza era prevalentemente agricola basata sulla produzione del vino e dell’olio.
La Valle di Comino è oggetto di un discreto movimento turistico, anche per i rientri estivi degli emigrati e dei loro discendenti. La valle è meta di pellegrinaggio religioso, come l’antichissimo Santuario della Madonna di Canneto presso la sorgente del Melfa, di San Gerardo di Silions a Gallinaro e di San Donato d’Arezzo nel paese omonimo.
Un mese non è sufficiente per esplorare la Val Comino e per iniziare a capire che cosa può offrire. Si può scoprire un territorio quasi incontaminato, con cime innevate, borghi antichi, siti archeologici, musei e apprezzare sapori e profumi autentici. Le bellezze del territorio si fondono con l’ospitalità della popolazione, che conserva le antiche arti contadine e artigiane.
Il Concierge sarà a vostra disposizione per tutte le possibili escursioni naturalistiche e monumentali oltre che per indicarvi tutte le Feste o Sagre che vengono celebrate in ogni Comune della Valle.
Nessuno è mai venuto qui, sono appena partiti …“Paulo Tuglio – Nord di Napoli, a sud di Roma, (Pubblicato da Hamish Hamilton, Londra in collaborazione con La Stampa Lilliput, Dublino 1994).
Cassino – Montecassino
Cassino è una cittadina situata in un territorio storicamente cruciale per le attività tra il centro e il sud d’Italia. Si sviluppa alla base del colle su cui si erge l’abbazia di Montecassino, dove sono conservate le reliquie di San Benedetto (480-543), il Santo patrono d’Europa e fondatore del monachesimo occidentale.
La città, come il Monastero, è stata totalmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale è ricostruita nel dopoguerra.
Nel territorio sono presenti vari resti archeologici come:
- l’Anfiteatro romano risalente al I sec. d.C. comprende anche un Mausoleo di forma ellittica;
- il Teatro Romano ha il tipico schema di teatro greco-romano, di forma semicircolare e restaurato nel 2001, viene utilizzato nel periodo estivo per numerosi eventi ed attività culturali;
- le Terme e la Villa di Varrone costruite sulle sponde del Rapido, sono un suggestivo parco naturale-termale nato nel dopoguerra nei pressi della sontuosa villa, un complesso molto esteso, assai danneggiato nel tempo;
- la Rocca Janula fatta costruire nel X secolo, fu per secoli il nucleo militare della signoria della Terra di San Benedetto. Anch’essa danneggiata dai bombardamenti è stata recentemente restaurata, e come l’abbazia sono i punti di riferimento dalla città di Cassino.
E’ possibile visitare anche:
- il Museo Archeologico Nazionale conserva al suo interno una serie di reperti;
- interessante è la visita al nuovo Museo, del tutto innovativo, nato per raccontare le vicende storiche di Cassino relative alla seconda guerra mondiale in Italia;
- i Cimiteri Militari (una guida potrà organizzare una visita se lo vorrete), inglese, polacco e tedesco. Nelle vicinanze di Cassino troviamo i cimiteri militari italiano (Mignano Monte Lungo) e francese (Venafro).
Nella città si può trascorrere un po’ di tempo anche facendo shopping.
L’abbazia. È difficile dire qualcosa che non già sia stata detta sul Monastero di Monte Cassino.
Fu costruita su un luogo pagano da S. Benedetto nel 529 d.C.. Fin dalla sua fondazione, il monastero ha avuto una storia travagliata, con ripetuti attacchi, saccheggi e disastri naturali. Il suo fondatore, San Benedetto, nacque da una nobile famiglia di Norcia, (cittadina nei pressi di Spoleto), intorno al 480 d.C., voleva vivere una vita tranquilla e contemplativa come un eremita, ma i suoi discepoli furono attratti dal suo carattere, dai suoi saggi insegnamenti e dal suo dono, quello di fare miracoli. Benedetto arrivò a Montecassino nel 528 d.C., dove vi rimase per tutto il resto della vita. Qui scrisse la Regola di S. Benedetto, una serie di indicazioni per laici che desiderano vivere una spiritualità gradita a Dio. Tale Regola, diventerà nel tempo un modello per tutte le alte Regole Monastiche che verranno scritte per l’intero Medio Evo.
Alla sua morte, avvenuta nel 543, fu sepolto in una tomba insieme alla sorella, Santa Scolastica. Non molto tempo dopo la morte di San Benedetto il monastero fu saccheggiato dai Longobardi, ma fu ben presto riedificato.
Nell’XI secolo Montecassino diventò il più ricco monastero del mondo.
Durante la seconda guerra mondiale, è stato il luogo di una terribile battaglia che ha portato grandi perdite umane e la completa distruzione degli edifici monastici. Nonostante le sue vicissitudini, il monastero è stato sempre ricostruito.
L’impianto architettonico del monastero attuale è stato edificato dopo il 1944 utilizzando i progetti originali.
La basilica è riccamente decorata di stucchi e mosaici, dove i pellegrini vengono a pregare davanti alle reliquie di San Benedetto e di Santa Scolastica, poste sotto l’altare maggiore. All’interno del monastero vi è un Museo che espone esempi di arte monastica medievale, manufatti, ed anche una ricca Biblioteca con manoscritti e libri antichi, oltre che un fondo moderno in costante crescita.
Oggi Montecassino è un monastero di lavoro e continua ad essere un luogo di pellegrinaggio in virtù delle reliquie che ospita. È anche una popolare destinazione turistica per i suoi edifici e la sua importanza storica.
La Ciociaria
La Ciociaria è un territorio che si estende a sud-est di Roma al di là dei Colli Albani, sino alle soglie dell’Abruzzo e del Molise, attualmente esso corrisponde a quello della provincia di Frosinone. Solo dal ‘700 questo nome è entrato in uso comune. Ciociaria deriva dal nome delle calzature tipiche dei suoi abitanti chiamate “ciocie”.
Questi “sandali” rudimentali venivano usati dai Latini fin dai tempi più antichi, i loro portatori furono conosciuti come Ciociari nei secoli successivi, da qui il nome “Ciociaria”. Oggi questo tipo di scarpe non viene più utilizzato nella vita quotidiana, ma rimane un simbolo della tradizione. Sono indossate dai gruppi folkloristici della provincia di Frosinone, in occasione delle feste di rievocazione storica o nel periodo natalizio, dagli zampognari che girano paesi e città suonando nelle strade.
Nel territorio Ciociaro vi è un intenso calendario di sagre gastronomiche, spettacoli e festival musicali, così come una varietà di feste tradizionali. In questa terra la religione e le tradizioni rurali sono ancora forti e vivi. Le celebrazioni dei santi patroni con processioni, gruppi musicali, cantanti, luminarie e fuochi d’artificio, ecc., testimoniano il desiderio dei ciociari di custodire l’originalità della propria cultura contadina con i loro costumi tipici, e tutte le sue espressioni. Molto affascinanti anche sotto l’aspetto artistico, sono le Infiorate del Corpus Domini, lunghissimi tappeti di fiori con immagini religiose che si svolgono lungo le vie dei centri storici.
Parco Nazionale d’Abruzzo
Immaginate di guidare a New York City, alle ore 10 e di essere a Yellowstone Park prima di mezzogiorno. Se questa idea vi stuzzica, lasciate Roma o Napoli alle 10 e anche voi potrete godere di uno dei cinque migliori Parchi nazionali in Europa (guida Lonely Planet 2011): il Parco Nazionale d’Abruzzo, Molise e Lazio.
Questo parco è remoto e selvaggio, ritrovo per cervi, cinghiali, lupi e orsi. Luogo ideale per camminare o sciare o semplicemente godersi la natura. Pranzare presso il Barracone a Prati di Mezzo – a soli 20 minuti dalla Piazza di Picinisco.
Il monte Meta, a 2400 metri di altezza, per secoli è stato lodato per avere le viste più spettacolari, e “le migliori guide si trovavano a Picinisco”- recitava Murray – (Guida John Murray nel Sud Italia 1855). Nulla è cambiato.
Oggi Picinisco rappresenta uno degli ingressi al Parco, una delle realizzazioni italiane tra le più fiere. Con 150.000 ettari d’area protetta, attraversata da una sola strada asfaltata (anche se ci sono innumerevoli strade sterrate per i ciclisti), riceve due milioni di visitatori l’anno. Come la maggior parte di loro, potrete fermarvi e scendere in uno dei sette centri-parco per i visitatori, selezionare le mappe e le informazioni riguardanti circa 150 itinerari segnalati, da percorrere a piedi, di varia lunghezza e difficoltà.
Due terzi della superficie del parco è coperta da immense foreste di faggio, pino, abete, quercia, tasso, frassino, acero, selvaggio, querce e altri alberi. È sede di alcune specie che hanno da poco rischiato l’estinzione: il lupo appenninico, quello marsicano, l’orso, la volpe, la capra di montagna e la lince appenninica. Piccoli gruppi di questi animali prosperano qui ora, accanto a una miriade di altre specie selvatiche che vengono a volte integrate da grandi mandrie di pecore addomesticate. Per secoli, i pastori locali hanno praticato la ”transumanza”, muovendo i loro greggi verso i pascoli più caldi nei pressi di Roma e Napoli in autunno e in primavera, seguendo lo stesso cammino centenario dei tratturi (sentieri).
Santuario Madonna del Canneto
Un pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Canneto, se fatto a piedi passando da Grotta Campanaro, o con la macchina da Settefrati, è una parte essenziale della visita in questa antica terra. Interessante non soltanto dal punto di vista religioso, ma anche da quello storico, turistico ed archeologico. La valle di Canneto è ideale per chi cerca la solitudine e la quiete a contatto con la natura.
La Valle di Canneto si trova all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo ed è una diramazione della Val Comino. Questa posizione strategica, quale via di transito, ha fatto sì che la valle, sin dal periodo pre-romano, abbia avuto un ruolo importante nello scambio di popolazioni su entrambi i lati degli Appennini, un ruolo accentuato dalla presenza di miniere di ferro di cui ha iniziato lo sfruttamento nell’antichità e che è continuato fino alla metà del XIX secolo.
Nel 1958, mentre si analizzava la sorgente del fiume Melfa (Capodacqua), sono stati trovati i resti di un tempio con monete e vasi di terracotta votivi risalenti al IV-III secolo a.C. La scoperta ha confermato la teoria che l’area occupata dal Santuario cristiano era – in tempi pagani – un luogo di culto dedicato alla dea Mefite. Si tratta di una divinità delle acque, della fertilità dei campi e della fertilità femminile.
Il documento che attesta l’esistenza della chiesa di Canneto risale 1288. Mentre al 1475 i cardinali Bartolomeo Roverella e Giuliano della Rovere, con una Bolla, “Deum placare”, (conservata nell’archivio di Monte Cassino), concedettero l’indulgenza di cento giorni per i pellegrini che avrebbero visitato il Santuario in particolari ricorrenze, tra cui l’ottavo della Festa dell’Assunta, cioè il 21 e 22 agosto.
La storia testimonia che nel 1574 le celebrazioni duravano cinque giorni e ci sono testimonianze che nel 1639 proprio il giorno del 22 Agosto fosse il giorno in cui culminavano i festeggiamenti.
L’attuale chiesa conserva pochissimi resti antichi, la facciata risale agli anni venti del secolo scorso, e il resto del santuario è stato completamente ricostruito negli anni settanta. Gran parte dei resti architettonici del secolo scorso sono conservati nel seminterrato del Santuario, fra cui l’antico portale d’ingresso, che riporta l’iscrizione che registrava la ricostruzione fatta nel 1857 con il sostegno finanziario del re Ferdinando II di Napoli e una buona collezione di ex voto.
La statua lignea della Madonna è molto più antica (secoli XIII-XIV), più di recente è stata coperta da un manto di seta ricamata in oro e sormontata da una corona d’oro.
Molto sentito è il culto popolare e religioso legato alla madonna nera: molti fedeli custodi delle tradizioni sono proprio i residenti all’estero, che ogni anno ritornano per il pellegrinaggio.
Il santuario è meta di molti fedeli che qui si recano durante l’anno, ma soprattutto per le feste che hanno inizio a Settefrati il 18 agosto: proprio in questa data dai paesi della provincia di Frosinone e dal Molise partono a piedi i pellegrini verso Picinisco. Il loro arrivo, tra il 19 e il 20, segna l’inizio delle celebrazioni dove si sommano le due feste, sia quella dedicata a Santa Maria e quella della Madonna di Canneto. Una folla di pellegrini anima tutto il paese di Picinisco fino alla partenza del 21 agosto.
Oltre alle visite individuali, i fedeli, per antica tradizione, vengono a Canneto organizzati in “compagnie”, precedute dai loro stendardi. Recentemente il pellegrinaggio a piedi ha vissuto una rinascita, soprattutto tra i giovani. Nel pomeriggio del 21 agosto tutte le aziende presenti in un grande corteo fanno la parata dell’Eucaristia che giunge fino alla fonte del Melfa. Molti sono soliti fare gli ultimi metri in ginocchio (e molti altri fanno l’intero tragitto a piedi nudi), e quando hanno lasciato la chiesa camminano all’indietro, per non dare le spalle alla Vergine.